14. METALLI PESANTI E RELAZIONE CON ALTRE MALATTIE (la sesta scoperta)

I dottori di scuola classica sono convinti che la mancanza dell’allelo Glutatione o in generale una carenza di questo enzima non sia il motivo scatenante della malattia. La ragione è molto semplice. Da loro parole è provato che il 30% della popolazione abbia questa stessa carenza, quindi non essendo il 30% della popolazione malata di sclerosi multipla, questa non ne possa essere la causa. Io ritengo invece che questa carenza di Glutatione, e quindi l’intossicazione da alluminio, sia una condizione necessaria, cioè che tutte le persone affette da sclerosi multipla siano così gravemente intossicate, come per altro riportano alcuni studi scientifici, tra cui Elevated urinary excretion of aluminium and iron in multiple sclerosis (vedi 22.4 Other important references) e tutti gli esami a tutte le persone che conosco con questa patologia, la famosa causa ambientale?!

In più vorrei soffermare per un attimo la vostra attenzione su altro particolare. E’ vero sì che il 30% della popolazione non soffre di sclerosi multipla, ma l’intossicazione da alluminio e agli altri metalli è molto frequente e ragione di molte altre malattie. In base all’organo colpito da questi metalli si sviluppa una malattia piuttosto che un’altra. Per generalizzare posso ipotizzare che tutte le patologie attualmente curate con terapie cortisoniche abbiano come fattor comune proprio questa intossicazione, condizione necessaria per tutte queste malattie.

Ne sono un esempio Riccardo ed Elena, un ragazzo di 30 anni e una signora di 59 che ho conosciuto proprio facendo questa terapia. Quando raccontai a loro che stavo scrivendo il libro si sono resi subito disponibili per raccontare brevemente la loro esperienza. Riccardo era affetto da colite ulcerosa, mentre Elena da MCS, la malattia di sensibilità chimica multipla. Queste due malattie sono molto diverse l’una dall’altra, ma hanno una caratteristiche in comune: non se ne conosce la causa e il più delle volte sono trattate con terapie cortisoniche. Quando li ho conosciuti entrambi stavano molto male, erano in condizioni molto gravi, ed erano molto spaventati, ma ora un’altra caratteristica li accomuna: sono rinati, proprio come è successo a me!

  • I dottori di scuola classica sono convinti che la mancanza dell’allelo Glutatione o in generale una carenza di questo enzima non sia il motivo scatenante della malattia.
  • E’ provato che il 30% della popolazione abbia questa stessa carenza, quindi non essendo il 30% della popolazione malata di sclerosi multipla, questa non ne possa essere la causa.
  • Io invece ritengo che questa carenza genetica e quindi l’intossicazione da alluminio sia una condizione necessaria, cioè che tutte le persone affette da sclerosi multipla siano così gravemente intossicati, la famosa causa ambientale?!
  • E’ vero sì che il 30% della popolazione non soffre di sclerosi multipla, ma l’intossicazione da alluminio e agli altri metalli è molto frequente e ragione di molte altre malattie.
  • In base all’organo colpito da questi metalli si sviluppa una malattia piuttosto che un’altra. Per generalizzare posso ipotizzare che tutte le patologie attualmente curate con terapie cortisoniche abbiano come fattor comune proprio questa intossicazione, condizione necessaria per tutte queste malattie.
  • Riccardo ed Elena ne sono un esempio. Due malattie molto diverse. Entrambi sono rinati, ora i dettagli delle loro storie.

Ora a loro la parola.

14.1 La storia di Riccardo (colite ulcerosa)

Buon giorno, mi chiamo Riccardo e ho 30 anni.

Nell’estate 1999 iniziarono i primi sintomi: scariche di diarrea con sangue varie volte al giorno.

Il mio medico di famiglia pensò si trattasse di una reazione psicosomatica dovuta all’eccessivo stress in seguito alla rottura della relazione fra me e la mia ragazza, avvenuta appena un paio di settimane prima. Assunsi dei fermenti lattici, ma i sintomi non andavano via, anzi assumevano vigore sia in frequenza che in termini di perdita di sangue. Allora mi rivolsi ad un gastroenterologo di una grande struttura, l’ospedale regionale di Torrette di Ancona. In seguito ad un breve colloquio, mi sentii dire che nella vita “dovevo tirar fuori le palle” e che dovevo imparare a “mandare la gente a quel paese in faccia, senza tenermi dentro la rabbia”. Insomma, anche lui si era convinto si trattasse di un problema psicologico. Mi prescrisse della colestiramina. Dopo circa una settimana i sintomi scomparvero rapidamente e io me ne tornai alla mia vita normale.

Il luglio dell’anno successivo tutto ricominciò. Riassunsi la colestiramina, ma questa volta senza alcun esito. Nel giro di pochi giorni la colite raggiunse una gravità tale da rendere impossibile qualsiasi relazione sociale (fino anche a 16 scariche al giorno), così che me ne restavo tutto il tempo rinchiuso a casa. Convinto che si trattasse di una reazione psicosomatica, cercavo di lavorare sulla mia psiche, di combattere l’ansia. Tuttavia era tutto inutile e alla fine dell’estate avevo perso dieci kili di peso.

A settembre riandai da quello specialista. Dopo un altro colloquio, si convinse che avessi un’intolleranza al glutine. Così mi prescrisse una dieta per celiaci (peraltro costosissima). La sperimentai per alcuni mesi, ma vista l’assenza di qualsiasi risultato decisi di rivolgermi ad un altro gastroenterologo di un’altra struttura. Questi mi fece sottoporre ad una colonscopia, dalla quale emerse che ero affetto da Colite Ulcerosa, una malattia di cui non avevo mai sentito parlare prima di allora. Mi spiegò che la CU assieme alla Malattia di Chron costituisce le cosiddette MICI=Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, delle patologie croniche, di causa sconosciuta, dalle quali attualmente non è possibile guarire. Esse possono essere solo contrastate nei sintomi e tenute sotto controllo, ma non estirpate dall’organismo completamente.

Era Febbraio, oramai ero in fase acuta da molti mesi. Il dottore mi diede delle capsule di mesalazina e soprattutto delle compresse di cortisone (Delta Cortene). I sintomi quasi magicamente scomparvero la mattina seguente. Nel giro di poche ore ero tornato quello di prima. Mi sentivo così bene che stentavo a crederci, perché oltre alla perfetta regolarizzazione dell’attività intestinale mi era di colpo ritornato l’appetito e mi sentivo pieno di forze. Dopo un paio di settimane sospesi il cortisone, mentre continuai a prendere indefinitamente la mesalazina come terapia di mantenimento. Entro alcune settimane ripresi tutto il peso perduto precedentemente. Non accusai più alcun sintomo per più di quattro anni. Ma anche questo era previsto dai medici, così come era previsto che un giorno tutto sarebbe ricominciato. Infatti nell’estate 2005 i sintomi all’improvviso riapparvero e nel giro di un paio di giorni mi ritrovai in piena fase acuta. Ripresi il cortisone alla medesima dose, ma questa volta ottenni dei blandi risultati. Sospesa la terapia cortisonica a settembre, mi presi la Varicella. Fu una forma violentissima a causa dell’effetto immunosoppressivo del cortisone che ancora avevo in circolo nel corpo. Stetti veramente male. Ma quando mi ristabilii dalla Varicella anche la colite era scomparsa, forse in seguito a quel potente “scombinamento” immunitario. Tuttavia dopo un paio di mesi tutto ricominciò.

Fu allora che, facendo ricerche su internet, lessi per la prima volta qualcosa riguardo i metalli.

In particolare, sul sito AMICI Marche (Associazione Malattie Intestinali Croniche Infiammatorie www.amicimarche.org) , si riportavano le parole di un medico omeopata che metteva in correlazione l’avvelenamento da amalgame con svariate malattie infiammatorie, tra cui le MICI, il Lupus, l’artrite reumatoide ecc. Parlava di un caso di Chron che si era completamente risolto in seguito alla rimozione delle otturazioni in amalgama.

La cosa mi interessò molto, anche perché mi andavo sempre più convincendo che la medicina “ufficiale” davvero non ci stesse capendo un granchè a riguardo.
Allora decisi di contattare questo omeopata. Devo precisare che io non ho mai avuto alcuna otturazione, tuttavia lui mi disse che alla base di queste malattie vi era probabilmente una reazione allergica dell’organismo a qualcosa dentro di noi, ad un qualche “veleno”, che per alcuni era stato il mercurio dell’amalgama, mentre per altri poteva essere qualcos’altro. Fu così che in seguito ad un particolare test elettronico mi prescrisse una dieta mirata che teneva conto del mio individuale organismo. In più mi diede dei prodotti omeopatici.

Io non ne ero affatto convinto. Sapevo che la causa doveva essere qualcosa di ben specifico, come il mercurio appunto. Non poteva risolversi tutto con una semplice alimentazione.
E infatti, dopo alcuni mesi di tale dieta non vedevo ancora nessun risultato.
Allora andai da un terzo gastroenterologo e mi sottoposi ad un nuovo esame endoscopico il quale rilevò un’intensa attività infiammatoria in atto su un lungo tratto della mucosa intestinale. In pratica il mio colon era tutto un susseguirsi di ulcere. Così il medico mi prescrisse una massiccia dose di cortisone (questa volta il Medrol) e, nel giro di un paio di settimane, me ne ritornai in remissione.
Sapevo comunque che questo “miracolo” in realtà non era affatto tale. Era l’ennesimo trattamento dei sintomi. La causa (sconosciuta) del mio male se ne stava ancora là, in ombra, neppure sfiorata dal cortisone o dalla mesalazina.

Nell’autunno 2006 la colite tornò ancora, in forma più lieve. Il medico mi diede una cura di cortisone a livello topico. Ritornai in remissione, ma a gennaio tutto ricominciò.
Stavo diventando cortico-dipendente, ma come tutti sanno il cortisone non può essere assunto indefinitamente nel tempo: esso è adatto solo al trattamento temporaneo delle fasi acute.
Tornai allora dal mio primo gastroenterologo, quello del “tira fuori le palle” e della dieta per celiaci.
Anche questa volta trovò un’idea originale per distinguersi: mi diede dei farmaci immunosoppressori (azatioprina) senza sottopormi ad alcun monitoraggio per valutare se il mio organismo li stesse tollerando bene o no. Dopo un paio di mesi di terapia, come previsto l’azatioprina ebbe effetto e io me ne tornai in remissione completa. Tuttavia pochi giorni dopo iniziò a girarmi fortemente la testa ed era sufficiente che facessi le scale per sentirmi uno strano ronzio nelle orecchie. Entro pochi giorni questo ronzio mi venne anche in seguito al più piccolo movimento. Era sufficiente che da seduto mi alzassi in piedi, che mi sentivo il cuore pulsare nelle orecchie e in testa. Ero preoccupatissimo e feci di testa mia degli esami del sangue. Risultato: avevo i globuli bianchi abbattuti a valori bassissimi e anche tutti gli altri indici erano fortemente sballati. Nel frattempo il mio gastroenterologo era in vacanza, così parlai con il mio medico di famiglia. Questi, non appena vide le analisi impallidì e mi ordinò di interrompere immediatamente l’assunzione di azatioprina, perché avevo una potente depressione del midollo in atto. Lo feci, ed entro alcune settimane la situazione si ristabilizzò quasi completamente.

Nell’autunno 2007 la colite ritornò.
Abbandonato definitivamente quel gastroenterologo (che per poco non mi uccise), ripresi nuovamente il cortisone sotto il controllo del mio medico di famiglia. Stetti subito meglio, ma sapevo che dovevo mettermi in moto da solo se volevo trovare una soluzione a questo problema.

Fu allora che interruppi ogni altra attività e mi diedi ad una ininterrotta ricerca su internet. Andavo di forum in forum, ascoltando le più svariate esperienze. Poi , ogni volta che avevo una traccia da seguire, aprivo google e facevo delle lunghe ricerche mirate.
In particolare ero molto interessato al mercurio e al fatto che qualcuno si fosse guarito da una malattia infiammatoria cronica in seguito alla rimozione del mercurio dai propri denti.
Fu in questo periodo che lessi di alcune persone che avevano contemporaneamente CU e Sclerosi Multipla, oppure altri disturbi legati al sistema immunitario. (DENTI TOSSICI 2 – Lorenzo Acerra).
Ogni giorno che passava ero sempre più convinto che alla base delle risposte immunitarie “sbagliate” legate a queste diverse malattie ci fosse un fattore comune: il mercurio. Così focalizzai i miei sforzi nella ricerca di informazioni su questo dannosissimo metallo e, un giorno, con mia grande sorpresa, appresi da un lungo articolo di una qualche associazione ambientalista, che avere delle otturazioni di amalgama in bocca non è affatto condizione necessaria per essere avvelenati da mercurio.
E’ sufficiente che la madre abbia delle amalgame, che il feto inevitabilmente ne assorbirà massicce dosi ( e mia madre ha sempre avuto varie otturazioni, fin dall’adolescenza!)
Lessi che il punto chiave non era tanto l’assunzione di questo veleno, quanto piuttosto il rapporto assunzione/espulsione. Infatti, una persona può anche avere 10 capsule di amalgama in bocca ma non accusare alcun sintomo patologico, se la velocità di espulsione del mercurio dal suo organismo è del medesimo ordine di grandezza della velocità di rilascio da parte dell’amalgama stessa.
Insomma, otturazioni o non otturazioni, tutti siamo inevitabilmente esposti a certe dosi di mercurio. E’ sufficiente mangiare tonno. Ovviamente le dosi in gioco sono piccolissime, ma giorno dopo giorno, anno dopo anno, se non buttiamo fuori niente e accumuliamo soltanto, il livello di materiale tossico nel nostro corpo inevitabilmente sale, fino ad arrivare ad un valore di soglia. Superato questo valore critico, appaiono i sintomi, cioè quelle che noi chiamiamo malattie.
Lessi anche del glutatione e della sua importanza ai fini della detossificazione dell’organismo.
Inoltre scoprii che molte persone si erano ammalate di CU giusto il giorno seguente un avvelenamento da mercurio. Alcuni addirittura in seguito ad un’iniezione endovena di mercurio a scopo di suicidio (DENTI TOSSICI 2 – Lorenzo Acerra ). La cosa interessante è che tutti questi casi erano stati riportati da medici in referti ufficiali.

Decisi allora di sottopormi all’esame del capello.
Esito: la maggior parte dei metalli nella norma; eccesso di mercurio.
Perfetto! Ora si trattava di eliminare questo ospite indesiderato dal mio corpo.
Allora continuando a cercare notizie sulla chelazione, mi imbattei in un sito in cui un certo medico di Bologna, esperto tra l’altro di terapia chelante, spiegava come molte patologie fossero correlate non solo al mercurio, ma anche a tanti altri metalli molto diffusi, primo fra tutti l’alluminio (che fra l’altro ha circa gli stessi effetti del mercurio ma, a differenza di questo, si trova presente in massicce quantità ovunque!!).

Fissai un appuntamento con questo medico e lui mi spiegò chiaramente perché l’unico vero esame attendibile per testare il livello di avvelenamento da metalli è il prelievo delle urine in seguito a chelazione, mentre tutti gli altri sono del tutto inefficaci proprio per la natura dei metalli, i quali entro poche ore dalla contaminazione “si appiccicano” ai tessuti, nascondendosi dunque agli ordinari controlli di sangue e urine. Anche il test del capello risulta inattendibile in molti casi, in quanto una proprietà dei metalli è quella di alterare la capacità di transito delle varie sostanze da parte a parte dell’organismo. In realtà avevo già letto di questo fatto, vale a dire: se una persona è intossicata da mercurio non è detto che ve ne sia traccia nei capelli.

Ero sempre più convinto di aver intrapreso la giusta direzione.
Da ultimo il dottore mi diede l’indirizzo di posta di un suo paziente malato di Sclerosi Multipla che, per usare le sue stesse parole, “era rinato” passando in poco tempo dalla sedia a rotelle ai lanci dal paracadute.
Mi disse di contattarlo liberamente perché avrebbe avuto molte altre informazioni utili da darmi.
Fu allora che incontrai Matteo di persona. Incontrai una persona davvero solare che mi raccontò la sua storia personale e mi rassicurò dicendomi che, secondo lui, avevo fatto centro. Mi disse anche che il suo problema era non tanto il mercurio quanto l’alluminio. Infine mi spiegò che dopo ogni seduta di chelazione l’andamento della sua salute subiva puntualmente una fase calante seguita poi da una risalita e questo si ripeteva continuamente, ma ogni volta si risaliva un po’ di più di quanto non si fosse scesi, cioè in poche parole si aveva un lento ma graduale miglioramento. Mi disse che ciò è dovuto al fatto che i metalli stanno uscendo dal corpo, e quindi durante quel transitorio i sintomi sono per così dire destinati a oscillare un poco.

Decisi allora di iniziare la terapia chelante a Gennaio 2008. All’epoca ero in fase di remissione.
A meno di 24 ore dalla prima seduta, la colite si riaccese. Questo mi sembrò un segno molto positivo, perché a quanto sembrava colite e spostamento dei metalli erano in una qualche relazione.
Al primo dosaggio risultò che la concentrazione di espulsione dell’alluminio era 6 volte il valore considerato massimo.

Al passare delle settimane, continuavo a stare male. La colite era sempre ad un livello medio-alto, ma ho evitato di prendere del cortisone per poter meglio osservare l’evoluzione della situazione senza interventi esterni. Ho semplicemente continuato l’assunzione della mesalazina, farmaco che, lo ripeto, va assunto anche nei periodi di remissione per il mantenimento.

Tuttavia, notavo qualcosa di strano: dopo ogni seduta di chelazione, per un paio di giorni mi sentivo particolarmente stanco, come quando la sera torni a casa dopo una partita di calcio. Mi sentivo le ossa un po’ indolenzite e facevo difficoltà a trovare l’attenzione per studiare.
Ovviamente avevo una certa paura e contattai Matteo diverse volte per farmi spiegare come potevo ridurre l’impatto di queste ricadute e in quel momento mi parlò delle pastiglie di Ultrathione che ora assumo quotidianamente.
Inizialmente mi sottoponevo alle flebo EDTA ogni due settimane. Dopo ogni seduta questo effetto negativo durava un paio di giorni ed anche il numero delle scariche aumentava. La seconda settimana dopo ogni seduta però tornavo a sentirmi più forte e concentrato, come più riposato e con più energia addosso e al contempo la colite subiva un certo miglioramento. Si stava verificando esattamente quello che Matteo mi aveva predetto!!! L’andamento della mia salute scendeva per poi risalire!
Continuai così fino a verso metà Aprile, cioè per quattro mesi. Alla settima seduta iniziai a notare un netto miglioramento dei miei sintomi, ma non tanto rapido come avviene con il cortisone, nè come era stato dopo la varicella, quando avevo avuto una remissione praticamente spontanea. Qui la situazione era diversa: avevo avuto un leggero miglioramento. Poi la mia situazione si era mantenuta a tale livello per due settimane, cioè fino alla seguente chelazione. In seguito a questa, ottenni un nuovo miglioramento sensibile, e la nuova condizione rimase costante fino alla successiva seduta, e così via.
In sostanza riuscivo ad avvertire chiaramente che, seduta dopo seduta, il mio fisico subiva un miglioramento e la cosa interessante era che questo miglioramento non era graduale, giorno dopo giorno, bensì a gradini, seduta dopo seduta.

Ogni miglioramento era quantificato da una diminuzione del numero di evacuazioni giornaliere e una maggiore consistenza delle feci. Esso avveniva solo in concomitanza di una seduta di chelazione, e perdurava fino alla seguente.

Era come se, in seguito a ciascuna flebo, parte della causa dell’infiammazinoe venisse rimossa e il mio sistema immunitario “impazzito” si spegnesse un po’ di più.

Questo tasso di miglioramento era talmente ben osservabile e quantificabile, che arrivai a fare la previsione di entrare in perfetta remissione (una sola evacuazione ben formata al giorno) a metà giugno e così fu!!!

Da allora nessun sintomo si è più verificato. Sono in totale remissione e sto vivendo una vita assolutamente normale, come prima di ammalarmi.
Tuttavia il livello dell’alluminio dalle ultime analisi è ancora alto, ma questo, che sembrerebbe un controsenso, in realtà non lo è, anzi è una buona notizia.
Infatti quel valore non misura l’alluminio che ho in corpo, bensì quanto ne sto espellendo. Quindi, quanto più alto è tale valore, tanto più mi sto detossificando. E inoltre c’è anche da tener conto di quel fenomeno di cui parlavo in precedenza, cioè che a mano a mano che ci si libera dai metalli tossici, il nostro corpo vede migliorata la propria capacità di autodetossificarsi e dunque anche il grado di mobilità dei metalli stessi aumenta. Non sono quindi rari i casi in cui i livelli di espulsione aumentano andando avanti con l’espulsione stessa, salvo poi ridursi bruscamente oltre un certo punto.

Quello che conta è che il livello complessivo di alluminio nel corpo stia diminuendo, e questo è un fatto appurato nel mio caso, proprio perché ad ogni dosaggio le mie urine risultano cariche di alluminio.

Visto il mio ottimo stato di salute, ora ho deciso in accordo con il medico di eseguire una seduta ogni tre settimane anziché ogni due, ed andrò avanti così fino a che non mi sarò completamente detossificato.
A quel punto rieseguirò un esame endoscopico per vedere se, anche a livello istologico oltre che macroscopico, la mucosa è tornata ad essere perfettamente guarita.
Quindi questa mia storia è una storia in evoluzione, per cui vi terrò aggiornati dei nuovi sviluppi.

Per qualsiasi delucidazione o se avete particolari domande da sottopormi, non esistate a contattarmi, sarò lieto di aiutarvi e, se volete, possiamo anche incontrarci personalmente nelle Marche o a Bologna.
Contattatemi pure senza alcun problema!!! 🙂

Un abbraccio,
Rick4422@hotmail.com

  • Nell’estate 1999 iniziarono i primi sintomi: scariche di diarrea con sangue varie volte al giorno.
  • Un anno dopo mi fecero sottoporre ad una colonscopia, dalla quale emerse che ero affetto da Colite Ulcerosa (patologia croniche, di causa sconosciuta, dalle quali attualmente non è possibile guarire).
  • Era Febbraio, oramai ero in fase acuta da molti mesi. Il dottore mi diede delle capsule di mesalazina e soprattutto delle compresse di cortisone (Delta Cortene). I sintomi quasi magicamente scomparvero la mattina seguente. Dopo un paio di settimane sospesi il cortisone, mentre continuai a prendere indefinitamente la mesalazina come terapia di mantenimento.
  • Non accusai più alcun sintomo per più di quattro anni.
  • Nell’estate 2005 i sintomi all’improvviso riapparvero e nel giro di un paio di giorni mi ritrovai in piena fase acuta.
  • Ripresi il cortisone alla medesima dose, ma questa volta ottenni dei blandi risultati.
  • A settembre, mi presi la Varicella. Fu una forma violentissima a causa dell’effetto immunosoppressivo del cortisone che ancora avevo in circolo nel corpo. Stetti veramente male. Ma quando mi ristabilii dalla Varicella anche la colite era scomparsa, forse in seguito a quel potente “scombinamento” immunitario.
  • Tuttavia dopo un paio di mesi tutto ricominciò.
  • Mi andavo sempre più convincendo che la medicina “ufficiale” davvero non ci stesse capendo un granché a riguardo.
  • Un medico mi prescrisse una massiccia dose di cortisone (questa volta il Medrol) e, nel giro di un paio di settimane, me ne ritornai in remissione.
  • Nell’autunno 2006 la colite tornò ancora, in forma più lieve. Il medico mi diede una cura di cortisone a livello topico. Ritornai in remissione, ma a gennaio tutto ricominciò.
  • Tornai allora dal mio primo gastroenterologo, quello del “tira fuori le palle”. Mi diede dei farmaci immunosoppressori (azatioprina) senza sottopormi ad alcun monitoraggio per valutare se il mio organismo li stesse tollerando bene o no. Dopo un paio di mesi di terapia, come previsto l’azatioprina ebbe effetto e io me ne tornai in remissione completa.
  • Dopo poco tempo era sufficiente che da seduto mi alzassi in piedi, che mi sentivo il cuore pulsare nelle orecchie e in testa. Ero preoccupatissimo e feci di testa mia degli esami del sangue. Risultato: avevo i globuli bianchi abbattuti a valori bassissimi.
  • Il medico di famiglia appena vide le analisi impallidì e mi ordinò di interrompere immediatamente l’assunzione di azatioprina, perché avevo una potente depressione del midollo in atto. Lo feci, ed entro alcune settimane la situazione si ristabilizzò quasi completamente.
  • Nell’autunno 2007 la colite ritornò.
  • Ogni giorno che passava ero sempre più convinto che alla base delle risposte immunitarie “sbagliate” legate a queste diverse malattie ci fosse un fattore comune: il mercurio.
  • Lessi che il punto chiave non era tanto l’assunzione di questo veleno, quanto piuttosto il rapporto assunzione/espulsione.
  • Lessi anche del Glutatione e della sua importanza ai fini della detossificazione dell’organismo.
  • Decisi allora di sottopormi all’esame del capello. Eccesso di mercurio.
  • Fissai un appuntamento un medico di Bologna, esperto in chelazione, e lui mi spiegò chiaramente perché l’unico vero esame attendibile per testare il livello di avvelenamento da metalli è il prelievo delle urine in seguito a chelazione.
  • Fu allora che incontrai Matteo di persona. Incontrai una persona davvero solare che mi raccontò la sua storia personale.
  • Mi spiegò che dopo ogni seduta di chelazione l’andamento della sua salute subiva puntualmente una fase calante seguita poi da una risalita e questo si ripeteva continuamente, ma ogni volta si risaliva un po’ di più di quanto non si fosse scesi, cioè in poche parole si aveva un lento ma graduale miglioramento.
  • Decisi allora di iniziare la terapia chelante a Gennaio 2008. All’epoca ero in fase di remissione.
  • A meno di 24 ore dalla prima seduta, la colite si riaccese. Questo mi sembrò un segno molto positivo, perché a quanto sembrava colite e spostamento dei metalli erano in una qualche relazione.
  • Al primo dosaggio risultò che la concentrazione di espulsione dell’alluminio era 6 volte il valore considerato massimo.
  • Avevo una certa paura e contattai Matteo diverse volte per farmi spiegare come potevo ridurre l’impatto di queste ricadute e in quel momento mi parlò delle pastiglie di Ultrathione che ora assumo quotidianamente.
  • Poi si verificò esattamente quello che Matteo mi aveva predetto!!! L’andamento della mia salute scendeva per poi risalire!
  • Alla settima seduta iniziai a notare un netto miglioramento dei miei sintomi.
  • In sostanza riuscivo ad avvertire chiaramente che, seduta dopo seduta, il mio fisico subiva un miglioramento e la cosa interessante era che questo miglioramento non era graduale, giorno dopo giorno, bensì a gradini, seduta dopo seduta.
  • Questo tasso di miglioramento era talmente ben osservabile e quantificabile, che arrivai a fare la previsione di entrare in perfetta remissione (una sola evacuazione ben formata al giorno) a metà giugno e così fu!!!
  • Da allora nessun sintomo si è più verificato. Sono in totale remissione e sto vivendo una vita assolutamente normale, come prima di ammalarmi.
  • Andrò avanti così fino a che non mi sarò completamente detossificato. A quel punto rieseguirò un esame endoscopico per vedere se, anche a livello istologico oltre che macroscopico, la mucosa è tornata ad essere perfettamente guarita.

14.2 La storia di Elena (MCS)

Mi chiamo Elena, ho 59 anni, vivo e lavoro a Trieste come impiegata.

Fino al mese di ottobre 2005 vivevo una vita normale, poi ad un tratto, una mattina, entrando nel mio ufficio, tutto è cambiato. Non sopportavo più l’odore del toner delle stampanti e della fotocopiatrice presenti nella mia stanza, ho cominciato ad avere attacchi di asma, una serie di disturbi alla gola, allo stomaco e all’esofago con una sensazione di chiusura e una tosse soffocante e persistente, difficoltà respiratoria, del sonno, della concentrazione, irritabilità, depressione, emicranie e tanti altri disturbi. Con il passare dei giorni la situazione peggiorava sempre di più ed ho cominciato ad avere anche fastidio a tutti gli odori e persino agli odori naturali come piante e fiori.

Ho iniziato il solito iter sanitario (vari esami che non mettono in rilievo nulla di particolare, visite specialistiche da un medico all’altro, test per le allergie) ma non ho trovato alcun medico specialista in grado di darmi un rimedio, una risposta o riconoscere la mia patologia, mi venivano diagnosticate solo paranoie e stress, tanto da consigliarmi lo psicologo.

Solo alcune ricerche su Internet sulle allergie da toner mi hanno fatto incontrare una sigla, MCS, (Sensibilità Chimica Multipla) ed ho scoperto casualmente dell’esistenza di questa malattia, per cui ho appreso che è una sorta di intossicazione progressiva del corpo ai componenti chimici, che può colpire vari apparati ed organi del corpo umano e danneggiare il sistema immunitario. Il corpo “cede” e non tollera più qualsiasi piccola traccia di sostanze presenti nell’ambiente, come profumi, deodoranti personali, lacche per capelli, qualsiasi crema per il viso e per il corpo, detergenti per l’igiene personale, vernici, solventi, colle, insetticidi, pesticidi, disinfettanti, detersivi in genere, ammorbidente per tessuti, fumo di tabacco, scarichi delle auto, fumi di stufe, camini, formaldeide nei mobili, tessuti e stoffe nuove, quindi tutto ciò che è di derivazione petrolchimica e per la mia casa. Mi diventò impossibile accostarmi ad una persona che era stata dal parrucchiere, che indossava panni lavati con un comunissimo detersivo, che aveva fumato, e persino leggere un libro o un giornale mi dava grandi problemi.

Con questa patologia dovetti modificare radicalmente il mio stile di vita. Limitai sia l’attività lavorativa che la vita sociale per evitare contatti con persone “profumate” e ambienti a rischio e purtroppo mi ritrovai anche a dover portare sul viso una mascherina ai carboni attivi. Cambiai le mie abitudini alimentari. Iniziai a declinare gli inviti e questo mi portò ad un impoverimento delle relazioni sociali, dovetti rinunciare ad attività ricreative sociali, ai miei hobby, persino entrare in un ristorante o andare al cinema o a teatro per me era diventato un problema, il mio spazio vitale si era drammaticamente ridotto. Adeguai il mio appartamento creando delle zone “rifugio”. Ora nessun estraneo può più entrare in casa e io non posso più andare in casa di amici o conoscenti. Il mio abbigliamento non deve avere fibre sintetiche, la biancheria della casa e le lenzuola del mio letto devono essere lavate con detersivi particolari, come pure i piatti, i pavimenti, il bagno, in casa ho abolito qualsiasi profumo, non posso più stirare e questo è un compito che ho affidato al mio paziente marito che mi è stato sempre vicino aiutandomi a superare le difficoltà e rinunciando egli stesso ad ogni sorta di profumazione.
Sul posto di lavoro mi è stato procurato un ambiente speciale per poter lavorare e mantenere le mie funzioni. E’ una stanza trattata con materiale e criteri di bioarchitettura e con un sistema di purificazione dell’aria che funziona 24 ore su 24 in grado di filtrare e trattenere sostanze chimiche per darmi la possibilità di respirare aria pura. I miei colleghi mi passano le carte e richiudono la porta.

In questi anni ho trovato un pò di benessere recandomi in montagna e precisamente in un delizioso paesino che si chiama S. Giacomo in Valle Aurina (Alto Adige). Il primo anno che sono arrivata in questa località ho scoperto dell’esistenza, a Predoi, di un centro climatico in una miniera di rame, in disuso, dove praticano la speleoterapia, in questa miniera si respira aria pura e priva di pollini e allergeni. Decido di provare e già dai primi giorni di permanenza in questa località trovo sollievo, e noto subito dei benefici notevoli all’apparato respiratorio, rigenerato dall’aria purissima.

In questo calvario sono riuscita a prendere contatto con persone di tutta Italia affette da MCS, tra queste c’erano alcune che avevano conosciuto Matteo, mi avevano parlato della sua malattia, delle sue condizioni e della terapia chelante che stava facendo nella sua città e che gli aveva dato dei risultati sorprendenti.
Le risposte negative sulla possibilità di una cura per la MCS non lasciano molte speranze e allora decisi di fare un ultimo tentativo, e poiché avevo bisogno di speciali cure di disintossicazione dall’accumulo di sostanze chimiche nel mio corpo, ero determinata a provare questa terapia per espellere anche tutto l’alluminio da cui, nel frattempo, ho scoperto che il mio corpo era intossicato. Mi misi in contatto con il medico che aveva in cura Matteo, e piena di fiducia (sperando di non essere tradita ancora una volta da un medico, che dovrebbe restare al fianco di una persona che sta male, sostenerla invece di prenderla in giro, di irritarla, di trattarla da malata mentale e umiliarla ogni volta che si comincia a parlare della sintomatologia con degli atteggiamenti che non rispettano i diritti della persona), decisi di intraprendere il trattamento. All’inizio ero molto spaventata perché trattandosi di un medicinale avevo paura di correre dei rischi, della reazione negativa del mio organismo e degli effetti collaterali del farmaco, ma non volevo arrendermi, dicevo “basta che funzioni, basta che io stia meglio”. Cominciai, così, il mio viaggio sanitario, ed è ormai da un anno e mezzo che mi reco a Bologna, per farmi questa fleboclisi di due ore e mezza con la somministrazione di una sostanza chelante (EDTA).

Non so con precisione cosa contenga quel liquido che mi scorre così lentamente nelle vene, ma la sensazione che provo dopo una flebo è che sto meglio, mi sento quasi rinata. La mia sintomatologia è notevolmente migliorata, non posso dire di essere al punto da poter tornare a condurre la vita di prima, ma le mie condizioni mi permettono di avere un minimo di vita sociale, ad avvicinare di più le persone (naturalmente con cautela) e la mascherina sul viso la uso di meno. Incontro molte più persone e a stare persino in una stanza chiusa con queste persone anche se lievemente “contaminate”, però devo sempre evitare quelli che per me sono dei “pericoli”. Riesco a mettere di nuovo abiti nuovi, ad entrare nei negozi, nei ristoranti e anche la mia alimentazione è meno spartana di prima, è diventata un po’ più varia e ricca di cibo. Ho più contatti con il mondo esterno, non vivo più al riparo da tutti, riesco a fare più cose rispetto a prima, anche se non molte, ma per me è già una grande conquista, un successo.

Manca ancora molto alla disintossicazione completa, ma ora che conosco la strada da intraprendere vedo il futuro con molto ottimismo ed entusiasmo.

Se volete contattarmi per chiedermi ulteriori informazioni, anche se non sono molto pratica, la mia e-mail è fuleleca@libero.it.

Un abbraccio Elena.

  • Fino al mese di ottobre 2005 vivevo una vita normale, poi ad un tratto, una mattina, entrando nel mio ufficio, tutto è cambiato.
  • Solo alcune ricerche su Internet sulle allergie da toner mi hanno fatto incontrare una sigla, MCS, (Sensibilità Chimica Multipla) ed ho scoperto casualmente dell’esistenza di questa malattia, per cui ho appreso che è una sorta di intossicazione progressiva del corpo ai componenti chimici, che può colpire vari apparati ed organi del corpo umano e danneggiare il sistema immunitario
  • Con questa patologia dovetti modificare radicalmente il mio stile di vita.
  • In questo calvario sono riuscita a prendere contatto con persone di tutta Italia affette da MCS, tra queste c’erano alcune che avevano conosciuto Matteo.
  • Mi misi in contatto con il medico che aveva in cura Matteo, e piena di fiducia decisi di intraprendere il trattamento.
  • Non so con precisione cosa contenga quel liquido che mi scorre così lentamente nelle vene, ma la sensazione che provo dopo una flebo è che sto meglio, mi sento quasi rinata.
  • Manca ancora molto alla disintossicazione completa, ma ora che conosco la strada da intraprendere vedo il futuro con molto ottimismo ed entusiasmo.