06. L’ALLUMINIO (la seconda scoperta)

Riprendiamo la storia… Mi sentivo rinato e dovevo ancora fare la scoperta più importante. Proseguii le flebo di disintossicazione e continuai a prendere le pastiglie di Ultrathione 500… la mia vita procedeva velocemente.
Qui di seguito vorrei riportarvi l’andamento dei risultati ottenuti con le successive flebo.

  • 14 settembre 2007: il giorno della flebo ho avvertito ancora il solito leggero mal di testa. Il giorno dopo fu uno spettacolo, la mattina feci una corsa favolosa per entrare in ufficio in tempo!!!
  • 19 ottobre 2007: il giorno dopo la flebo ho avvertito un forte mal di testa, 2 giorni dopo un pò di intontimento, 3 giorni dopo mi sentivo come nuovo.
  • 16 novembre 2007: (nuovi esami delle urine) Il giorno dopo la flebo non ho accusato mal di testa, ma dopo 3 giorni ho avuto mal di testa per altri 3 giorni. In seguito ho avuto di nuovo qualche problema nel correre, ma non capivo il perché. Poi tutto mi fu chiaro quando ebbi gli esiti dell’esame: Alluminio 88 mcg/l (valore di riferimento massimo 20mcg/l) altissimo!, Piombo 18mcg/gcreat (valore di riferimento massimo 150mcg/gcreat), Mercurio 10mcg/gcreat (valore di riferimento massimo 35mcg/gcreat).
  • (17 novembre: iniziai quindi a riprendere il Glutatione 1000)

(22 flebo effettuate)

Avete proprio capito bene! Il livello di alluminio si era alzato tantissimo! Giunto alla flebo numero 19 il livello di alluminio si era alzato e dopo la flebo numero 22 il livello era schizzato di nuovo alle stelle! Ma come è stato possibile? Perché? Bene… i metalli pesanti "colpiscono" tutto il corpo, tutti gli organi, in particolare i tessuti molli quindi anche il cervello. In tutto il corpo e nei vari organi la disintossicazione, attraverso la molecola EDTA, avviene per contatto. Cioè il sangue che circola nel corpo e nei vari organi trasporta l’EDTA che lega con i metalli che incontra e li trasporta nelle urine. Tutto questo però non è vero per il sistema nervoso centrale. Qui infatti la disintossicazione non può avvenire per contatto, bensì avviene per diffusione, quindi un processo molto più lento. E questa intossicazione è stata quella che ha "colpito" il mio cervello e che dovevo eliminare. Vi faccio presente che se non avessi fatto l’esame differenziale delle urine, questo non si sarebbe mai scoperto e vi faccio anche notare che durante la disintossicazione dopo le prime 10 flebo il livello di intossicazione in un uomo mediamente intossicato è quasi completamente sparito. E’ una condizione veramente anomala il rialzarsi in questa maniera del livello di un metallo. Se vi chiedete se esistono persone con livello zero di alluminio alla prima flebo, la risposta è sì. Ero io ad essere intossicato.
Dovevo quindi continuare ancora. Proseguiamo con le flebo.

  • 6 dicembre 2007: non sono stato male.
  • (17 dicembre: ho ricominciato a prendere CellFood)
  • 21 dicembre 2007: idem, non sono stato male anzi ero prontissimo a partire per il Portogallo.
  • 25 gennaio 2008: Alluminio 48 mcg/l (valore di riferimento massimo 20mcg/l) è sceso di nuovo! Piombo 15,3mcg/gcreat (valore di riferimento massimo 150mcg/gcreat), Mercurio 8mcg/gcreat (valore di riferimento massimo 35mcg/gcreat).
  • (26 gennaio ho smesso di prendere CellFood e ho ripreso 2 pastiglie di Ultratione 500)
  • 8 febbraio 2008: tutto ok.
  • (11 febbraio ho ripreso ad assumere CellFood)
  • 22 febbraio 2008: tutto ok.

(27 flebo effettuate)

L’andamento del livello di alluminio è in calo e ci si aspetterebbe che proseguendo alcune flebo il suo valore si azzeri. Invece non è così e sto per scoprire un ulteriore innalzamento.

  • 6 marzo 2008 (con esami): tutto ok Alluminio 106 mcg/l (valore di riferimento massimo 20mcg/l) il livello più alto che abbia mai riscontrato!, Piombo 3,7 mcg/gcreat (valore di riferimento massimo 150mcg/gcreat), Mercurio 10mcg/gcreat (valore di riferimento massimo 35mcg/gcreat).

Ma come è possibile un livello ancora così alto?!
La disintossicazione per diffusione era riuscita a penetrare a livello profondo.

6.1. Diverse fasi di detossificazione

La mia detossificazione ha avuto due fasi, collegate e alternate tra loro.

  1. La prima fase avviene per contatto diretto tra l’EDTA trasportato dal sangue e il mio corpo in particolare i miei organi e tessuti, prima fase di detossicazione.
  2. La seconda fase avviene per diffusione. L’EDTA, come tutti i chelanti, non attraversa la barriera ematoencefalica per cui  attraverso il sangue non può entrare direttamente nel cervello per legare i metalli tossici, ecco quindi che dopo un certo numero di flebo i metalli escono per diffusione cioè si spostano dai tessuti in cui sono più presenti a quelli già ripuliti, seconda fase di detossificazione.

Queste due fasi si alternano, tra di loro. Quando il livello di metalli pesanti presenti nel corpo (escluso il cervello) è relativamente basso, i metalli presenti nel cervello si spostano per diffusione da dentro al cervello, (vi è una maggior concentrazione) a fuori, questo per mantenere una distribuzione uniforme in tutto il corpo. Ecco quindi che i metalli, una volta fuori dal cervello, vengono chelati per contatto e così via, il processo si ripete più volte fino ad arrivare ad una concentrazione di metalli uniforme e trascurabile, anche se ancora non nulla.

Vi faccio notare che durante il ripetersi di queste fasi non ho più avuto nessun problema fisico.
Ciò che accade è esemplificato da questo diagramma, spero non troppo ingegneristico… 🙂

  • La mia detossificazione ha avuto due fasi, collegate e alternate tra loro.
  1. La prima fase avviene per contatto diretto tra l’EDTA trasportato dal sangue e il corpo in particolare gli organi e tessuti, prima fase di detossicazione.
  2. La seconda fase avviene per diffusione. L’EDTA, come tutti i chelanti, non attraversa la barriera ematoencefalica per cui attraverso il sangue non può entrare direttamente nel cervello per legare i metalli tossici, ecco quindi che dopo un certo numero di flebo i metalli escono per diffusione cioè si spostano dai tessuti in cui sono più presenti a quelli già ripuliti, seconda fase di detossificazione.

Proseguiamo…

  • 11 aprile 2008: tutto ok.
  • 24 aprile 2008: tutto ok.
  • 9 maggio 2008 (con esami): Alluminio 70 mcg/l (valore di riferimento massimo 20mcg/l), Piombo NON RILEVABILE (valore di riferimento massimo 150mcg/gcreat), Mercurio 2 mcg/gcreat (valore di riferimento massimo 35mcg/gcreat). Tutto ok.

Il piombo non è più rilevabile e l’alluminio sta calando!

  • 22 maggio 2008 (con esami): Alluminio 48 mcg/l (valore di riferimento massimo 20mcg/l), Piombo 3,03 mgl/l (valore di riferimento massimo 150mcg/gcreat), Mercurio 2 mcg/gcreat (valore di riferimento massimo 35mcg/gcreat). Tutto ok.

(32 flebo effettuate)

Il livello di alluminio si sta azzerando e io mi sento benissimo!

  • Alla 22esima flebo il livello di alluminio è salito di nuovo alle stelle. Questo è spiegabile perché l’alluminio nel cervello viene espulso per diffusione e quindi è un processo molto più lento.
  • Continuavo ad assumere Ultrathione 500 per non intossicarmi nuovamente.
  • Solo attraverso l’esame differenziale delle urine è stato possibile individuare questi livelli di intossicazione.
  • Alla 25esima flebo il livello di alluminio torna a scendere.
  • Alla 28esima flebo il livello di alluminio registra il massimo che il mio organismo abbia mai registrato.
  • La disintossicazione del mio corpo ha avuto due fasi:
  1. Primo livello di disintossicazione: disintossicazione per contatto.
  2. Secondo livello di disintossicazione: disintossicazione per diffusione.
  • L’alluminio sta calando progressivamente, il piombo non è quasi più rilevabile, il mercurio è quasi nullo. Io sono in forma fisica perfetta.

Vi riporto gli esami delle urine. Da notare l’andamento dell’alluminio.

Primo esame (clicca sull’immagine per ingrandirla)

Secondo esame (clicca sull’immagine per ingrandirla)

Terzo esame (clicca sull’immagine per ingrandirla)

Quarto esame (clicca sull’immagine per ingrandirla)

Quinto esame (clicca sull’immagine per ingrandirla)

Sesto esame (clicca sull’immagine per ingrandirla)

Settimo esame (clicca sull’immagine per ingrandirla)

Ottavo esame (clicca sull’immagine per ingrandirla)

6.2. Il fegato: l’organo centrale di detossificazione.

Tutte le sostanze tossiche ingerite e/o inalate attraversano il fegato che rappresenta l’organo centrale per la detossificazione. Il fegato infatti scompone le molecole tossiche e le elimina attraverso la fase I e II di detossificazione. Nella prima fase (fase I), appositi enzimi scompongono le sostanze tossiche sotto forma di molecole intermedie che possono essere già eliminate come tali oppure essere sottoposte alla fase II di detossificazione che consiste in una ulteriore scomposizione delle sostanze tossiche che verranno poi legate a specifiche molecole per la loro eliminazione attraverso i reni o la bile (coniugazione).
Nella fase II di detossificazione, un ruolo chiave è giocato dal Glutatione che viene prodotto da tutte le cellule del corpo umano (in particolare fegato e muscolo) e che inizia fisiologicamente a diminuire dopo i 40 anni di età.
L’esposizione a elevate quantità di sostanze tossiche (farmaci e metalli tossici in primis) esaurisce le riserve di Glutatione così come deficit congeniti nella sua produzione, attività fisica esagerata e abuso d’alcool.
In soggetti in cui le fasi di detossificazione risultano deficitarie si assiste ad un accumulo di sostanze tossiche nel sangue e nei tessuti.
Negli USA è disponibile un test che studia la funzione detossificante del fegato (fase I e II): Genova Lab mentre in Europa ci si affida alla misurazione delle transaminasi epatiche (GOT; GPT) che indicano solo il grado di necrosi delle cellule che versano nel sangue il proprio contenuto enzimatico.
Soggetti asintomatici apparentemente in buone condizioni di salute con transaminasi nei limiti di norma possono invece presentare un ampia gamma di deficit di detossificazione epatica con sintomi quali cefalea, artralgie, disturbi della concentrazione, problemi renali, ridotta energia, disturbi immunoendocrini.

  • Riporto in questo grafico l’andamento del livello di alluminio riscontrato nel mio corpo. I dati effettivamente misurati sono stati evidenziati in rosso. L’andamento è qualitativo anche se molto realistico.

(clicca sull’immagine per ingrandirla)

6.3 Alluminio

Tra tutti gli elementi l’alluminio è il terzo più diffuso sulla Terra non svolgendo, però, alcuna funzione vitale per l’Uomo. In natura non si trova allo stato libero ma solo sotto forma di composti soprattutto nel minerale bauxite.

L’alluminio penetra in maniera insidiosa nel nostro corpo attraverso i cibi, l’acqua, l’inquinamento e si deposita all’interno di organi e tessuti (soprattutto cervello, ossa e reni) dove esplica la sua azione dannosa.

Le fonti di contaminazione più importanti sono: utilizzo di stoviglie in alluminio, bevande contenute in lattine di alluminio, latte e succhi di frutta conservati in tetrapack rivestiti in alluminio, caffè, biscotti e tavolette di cioccolato conservati in alluminio, cibi in contenitori di alluminio (tonno, legumi, conserva di pomodoro), additivi alimentari, sbiancanti per farine, pianta del thè, antiacidi, blister per farmaci, prodotti per l’igiene e la cosmesi come deodoranti, rossetti, fard, alcuni tubetti di dentifricio.

E’ stato calcolato che un individuo ingerisca in un giorno circa 20 mg di alluminio attraverso gli alimenti (cibo e acqua), mentre farmaci in libera vendita di utilizzo frequente come acido acetilsalicilico (aspirina) e antiacidi contengono grandi quantità di alluminio. L’aspirina contiene idrossido e glicinato di alluminio come eccipienti mentre gli antiacidi contengono idrossido e ossido di alluminio. Due compresse di antiacido possono contenere fino a 500 mg di alluminio.

L’alluminio viene inoltre utilizzato come eccipiente in numerosi vaccini, la quantità di alluminio iniettata con una singola dose di vaccino può arrivare anche a circa 250 volte quella di riferimento. Dovendo poi sottoporre i bambini ai richiami vaccinali, queste dosi vengono somministrate più volte con rischio di gravi effetti indesiderati.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto i metalli tossici come concausa nel 60-70% di tutte le malattie mortali nei paesi industrializzati!

La tossicità dell’alluminio a livello cerebrale è nota fin dal secolo scorso e la ricerca scientifica ha dimostrato la costante presenza di valori elevati in patologie quali Parkinson, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Sclerosi Multipla, Demenza.
I neuroni cerebrali dei pazienti affetti da Parkinson e morbo di Lou Gehrig possono contenere fino a 30 volte le normali concentrazioni di Alluminio.

Giuste quantità di Calcio e Magnesio sembrano ridurre l’assorbimento di alluminio da parte dell’apparato digerente, mentre bassi livelli di Vitamina B 12 e Acido Folico possono determinare un incremento dell’aminoacido Omocisteina in grado di danneggiare le cellule nervose.

Già nel 1958 il medico inglese Tomlinson scrisse un testo intitolato “ Aluminium utensilis and diseases” con cui metteva in allarme la comunità scientifica dai possibili rischi legati all’intossicazione da Alluminio in campo alimentare.
La tossicità dell’alluminio a livello cerebrale (neurotossicità) è dovuta alla sua capacità di danneggiare e quindi attraversare la barriera ematoencefalica (che protegge il cervello impedendo il passaggio di sostanze potenzialmente tossiche) con deposizione di alluminio in varie zone dell’encefalo.

L’alluminio esercita il danno interferendo con la sintesi e la liberazione dei neurotrasmettitori cerebrali come dopamina, acetilcolina, colina con comparsa di sintomi quali: disturbi dell’articolazione della parola, disorientamento, variazioni di personalità, epilessia, allucinazioni visive e uditive, problemi di memoria e di apprendimento.

Interferendo inoltre con il rilascio di alcuni neurotrasmettitori deputati al movimento, l’intossicazione da alluminio può provocare sintomi quali mancanza di coordinazione motoria, vertigini, tremori.

La somministrazione sperimentale di piccole dosi di alluminio in animali da esperimento provoca nelle cellule cerebrali lo stesso tipo di degenerazione presente nell’ Alzheimer, patologia caratterizzata da demenza, disorientamento e depressione.

Sembra che l’assunzione di Calcio e magnesio contrasti l’assorbimento dell’alluminio, mentre la carenza di ferro ne favorisca l’assorbimento, poiché ferro e alluminio condividono gli stessi sistemi di trasporto.

La sintomatologia da intossicazione varia chiaramente da paziente a paziente ed è in rapporto al tipo di esposizione e soprattutto alla capacità detossificante del singolo individuo.

L’alluminio interferisce inoltre con la funzione di numerosi neurotrasmettitori provocando deficit di memoria e intellettivi come dimostrato da uno studio svolto su saldatori di alluminio in un cantiere navale.

L’alluminio ha inoltre un’azione antagonista al Calcio limitandone l’assorbimento e favorendo processi di fragilità ossea. Anche a livello dell’apparato digerente l’alluminio può dare svariati sintomi quali:

  • ulcere ricorrenti alla mucosa della guancia e labbra;
  • spasmi esofagei;
  • ulcere gastriche e duodenali;
  • appendicite;
  • alterazioni funzionali a livello dell’intestino crasso con alternanza di diarrea e stipsi;
  • colite ulcerosa;
  • emorroidi e prurito in zona anale.

Pazienti con malattie renali sottoposti regolarmente a dialisi e quindi all’alluminio contenuto in grandi quantità nei farmaci utilizzati per queste terapie, possono sviluppare una forma progressiva di demenza detta encefalopatia da dialisi caratterizzata da tremori, convulsioni, psicosi, disturbi del linguaggio e del comportamento.

Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet riporta un aumento del 50% del rischio di ammalarsi di Alzheimer per le popolazioni che vivono in aree con alte concentrazioni di Alluminio nelle acque.
Nell’isola di Guam colpita da una epidemia di Sclerosi Laterale Amiotrofica (caratterizzata da disturbi motori e neurologici) furono trovate elevate concentrazioni di Alluminio nell’acqua potabile.

L’alluminio può attraversare la barriera placentare e inoltre contaminare il latte artificiale provocando ritardo mentale e difficoltà di apprendimento nei bambini.

  • Tra tutti gli elementi l’alluminio è il terzo più diffuso sulla Terra non svolgendo, però, alcuna funzione vitale per l’Uomo
  • L’Alluminio penetra in maniera insidiosa nel nostro corpo attraverso i cibi, l’acqua, l’inquinamento e si deposita all’interno degli organi e tessuti (soprattutto cervello, ossa e reni) dove esplica la sua azione dannosa.
  • L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto i metalli tossici come concausa nel 60-70% di tutte le malattie mortali nei paesi industrializzati!
  • La tossicità dell’alluminio a livello cerebrale è nota fin dal secolo scorso e la ricerca scientifica ha dimostrato la costante presenza di valori elevati in patologie quali Parkinson, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Sclerosi Multipla, Demenza.
  • La tossicità dell’alluminio a livello cerebrale è dovuta alla sua capacità di danneggiare e quindi attraversare la barriera ematoencefalica con deposizione di Alluminio in varie zone dell’encefalo.